I più comuni metodi di pagamento delle fatture

Il debito è bello quand’è pagato.

Aleksandr Puškin (La figlia del capitano, 1836)

Come posso farmi pagare una fattura? E’ la prima domanda che mi sono posta subito dopo aver emesso la prima. La legge in proposito pone limiti solo all’uso del contante — utilizzabile sotto i 1.000,00 € (limite abbassato per effetto della conversione in legge del D.L. 201/11) — per cui ho potuto scegliere la forma di incasso più conveniente per me in base alle condizioni bancarie che avevo sottoscritto.

PayPal

Il metodo di pagamento che ho scelto è anche quello più comune, ovvero il bonifico bancario: in passato questa operazione obbligava il debitore a recarsi presso gli sportelli bancari, oggi invece molte banche mettono a disposizione una piattaforma online — homebanking — o consentono di poter fare bonifici telefonici senza spese aggiuntive. Nella causale del pagamento basterà indicare numero e data di fattura; le IBAN invece recupereranno automaticamente il nominativo dell’intestatario conto risalendo al numero di conto stesso, e la banca su cui è stato aperto.

Personalmente non ne ho mai fatto uso, perché la mia banca preleverebbe una somma fissa dal mio conto per questa operazione, ma è molto comune fra le aziende utilizzare le ricevute bancarie o Ri.Ba. Si tratta di documenti cartacei depositati dal creditore alla propria banca autorizzandola a incassare quanto indicato nelle fatture presentate alla data di scadenza. Le Ri.Ba. a 30, 60 ma anche a 90 e 120 gg. sono ideali per imprenditori dai grossi fatturati e numerosi clienti.

L’assegno bancario (o postale) non è un mezzo di pagamento molto in uso: esso infatti potrebbe essere “scoperto”, ovvero emesso anche se il traente sa di non possedere fondi sul conto corrente. Per questa ragione gli assegni bancari vanno accettati solo da clienti fidatissimi, altrimenti alcune banche fanno pagare le spese di incasso anche su assegni a vuoto. Stesso discorso vale per le cambiali: posso assicurare, per esperienza diretta, che una cambiale non pagata, comporta spese bancarie davvero elevate, quindi oltre il danno anche la beffa!

Ovviamente l’emissione di un assegno bancario a vuoto o il mancato pagamento delle cambiali è un reato, ma se siamo creditori poco ci importa della sorte del debitore, qualora ci abbia rifilato il bidone. E a meno che la somma persa non sia davvero importante, consiglio di metterci su una pietra: un procedimento di recupero crediti è alquanto caro.

L’assegno circolare e il vaglia postale sono una modalità di pagamento sicura ma inusuale: è sicura perché l’assegno o vaglia viene emesso solo dopo il deposito della somma corrispondente; è poco comune perché l’operazione va fatta presso uno sportello bancario o postale e sono previste delle spese aggiuntive. Inoltre, non sono una fan di questo sistema, perché mi costringe a recarmi presso gli sportelli bancari o postali per l’incasso o il giroconto.

Una nuova modalità di pagamento è PayPal: l’apertura di un conto PayPal e l’autorizzazione di una carta prepagata PayPal non comporta eccessive spese, si può fare via internet ed è tutto sommato semplice, a parte la procedura di verifica, che come ho potuto constatare personalmente, comporta l’invio di vari documenti di identità e una non insignificante perdita di tempo. Tuttavia, consiglio PayPal solo a chi ha clienti stranieri — poco propensi a fidarsi di altre forme di pagamento — poiché le spese di commissione per incasso e prelievo contante non sono poche e in Italia questo sistema non è molto utilizzato. Ritengo interessante invece l’opportunità di poter inserire un tasto Paga con PayPal sulle fatture elettroniche e sui siti internet, smanettando un po’ con le indicazioni riportate sul sito di PayPal.

Dal cilindro magico del nuovo governo italiano è spuntata poi l’idea abbastanza curiosa dei POS portatili, che per ora è un ossimoro: un obbligo di legge senza sanzioni per inadempienze 🙂 Personalmente penso che sia più comodo il sistema che usa i cellulari, ma in Italia siamo un po’ indietro e le commissioni bancarie su questi servizi restano ancora alte.

L’elenco non è esaustivo, e a parte le carte di credito, da imprenditore mi è capitato di incorrere in forme di pagamento alquanto datate, come il baratto, tornato in auge in questi tempi di crisi economica. Anche se non ci puoi pagare le tasse, a mali estremi, estremi rimedi: quando è acclarato che il cliente non possa pagarti la fattura, tanto vale tentare di ottenere con qualcosa di valore equivalente.