La dichiarazione IVA: dalle novità ai costi

Agenzia delle Entrate - bollo virtualeLa dichiarazione IVA è il documento dichiarativo contenente tutte le operazioni attive e passive del periodo precedente, che i titolari di Partita IVA soggetti a tale comunicazione trasmettono all’Agenzia delle Entrate, e sulla base del quale si determina l’ammontare dell’IVA a credito o a debito. La Legge di Bilancio 2017, con vari emendamenti, ha introdotto nuovi adempimenti, e di conseguenza, subdolamente, nuovi costi per imprese e professionisti. Vediamo di fare un sintetico punto pur nella consapevolezza che le norme cambiano velocemente (e non sempre in meglio…).

L’Agenzia delle Entrate sta controllando ora le dichiarazioni IVA 2015, che si riferiscono a operazioni del 2014, e rende noto, in un comunicato stampa di qualche giorno fa, che è ancora possibile — tramite il noto meccanismo del ravvedimento operoso — mettersi in regola con “poche” sanzioni, eseguendo le operazioni indicate nello stesso documento: “I contribuenti che non hanno presentato la dichiarazione Iva per il 2015 o che l’hanno presentata compilando solo il quadro VA possono ancora rimediare da soli e pagare sanzioni ridotte senza ricevere controlli. Per ricordare questa opportunità, l’Agenzia delle Entrate sta inviando delle mail agli indirizzi di posta elettronica certificata (Pec) dei contribuenti interessati, in modo da permettergli di controllare ed eventualmente correggere la propria posizione”.

La Legge di Bilancio 2017 ha però introdotto modifiche alla dichiarazione IVA e ad altre operazioni fiscali. Dal 1° gennaio 2017, innanzitutto entrerà in vigore la nuova comunicazione Iva semestrale, che nel 2018 diventa trimestrale. Per le operazioni svolte nel 2016, la dichiarazione IVA 2017 assume obbligatoriamente la forma autonoma, va presentata entro il 28 febbraio 2017. Da questa riforma si evincono i primi profili scadenzari e le aumentate spese. Per iniziare, nel primo anno di applicazione della nuova legge, la comunicazione IVA relativa al primo semestre va effettuata entro il 25 luglio 2017; nel 2018, questa dichiarazione IVA, come già detto, diventa trimestrale, quindi va presentata entro il secondo mese successivo al trimestre, ad eccezione dei dati relativi all’ultimo trimestre, la cui dichiarazione slitta al mese di febbraio dell’anno successivo. Inoltre, la dichiarazione IVA 2016, ovvero relativa all’anno 2015, va presentata entro il 28 febbraio; quella annuale del 2017, relativa ai dati 2016 va presentata in forma autonoma (non più in sede di dichiarazione dei redditi) dal 1° febbraio al 30 aprile.

In attesa di conoscere dall’Agenzia delle Entrate le modalità di invio dei dati, che vanno comunque trasmessi telematicamente, è obbligatorio indicare: i dati identificativi dei soggetti che compiono l’operazione; data e numero di fattura; base imponibile; aliquota IVA e totale imposta; tipo di operazione.

Alla luce di quanto premesso, da una prima stima dei costi delle partite IVA per l’anno prossimo e il 2017, i nuovi adempimenti fiscali si tradurrebbero per il contribuente “in una cifra che solo per il 2017 è stata stimata in ben 480 € in più. La somma arriverà quasi a raddoppiarsi nel 2018, quando il costo di una partita Iva e dei nuovi adempimenti fiscali arriverà a 720 € all’anno in più”.

Unica nota “lenitiva”, se così si può dire, è che le sanzioni originariamente previste per l’omessa o errata dichiarazione (da 5000 a 50.000 euro) sono state notevolmente ridimensionate: si parla di una multa di 2 € per ciascuna fattura fino a un massimo di 1.000 € per ciascun trimestre, con possibile dimezzamento della multa, con un massimo di 500 euro, se la trasmissione della dichiarazione o la correzione della stessa è effettuata entro i 15 gg successivi alla scadenza.