Se l’assenza di connessione internet in esercizi commerciali come bar, ristoranti, hotel, B&B ecc. può favorire la conversazione fra le persone, talvolta essa può tradursi in una perdita di clientela da parte dell’esercente. Personalmente prediligo gli hotel e i bar con il Wi-Fi, mentre nel ristorante l’assenza di connettività per certi aspetti è liberatoria 🙂 De gustibus non est disputandum, direbbe qualcuno; si sa che l’utenza, soprattutto quella giovanissima, invece vuole essere “digitalmente connessa” probabilmente anche quando dorme, e forse è la considerazione alla base del Decreto Cultura, quello che accanto a provvedimenti per incentivare la donazione di fondi per il patrimonio culturale, ha previsto anche un credito di imposta per le attività legate al turismo che vogliano, tra l’altro, implementare o migliorare il Wi-Fi per i propri utenti. Vediamo di cosa si tratta.
Il “decreto cultura” è il D.L. 31 maggio 2014, n. 83 che prevede due importanti agevolazioni:
- un credito di imposta del 30% delle spese sostenute per interventi di digitalizzazione fino ad un massimo di 200.000 € (nel rispetto della normativa comunitaria in materia);
- un credito di imposta per agevolare gli investimenti in connettività e promozione online dell’impresa fino a 12.500 €.
Chi può usufruirne? Alberghi, motel, villaggi albergo, residence turistico-alberghieri, strutture ricettive extralberghiere, campeggi, villaggi turistici, case per ferie, ostelli per la gioventù, rifugi alpini, rifugi escursionistici, alloggi agrituristici, esercizi di affittacamere, case per vacanze, appartamenti per vacanza ed equivalenti, purché già operanti il primo gennaio 2012.
Quali sono le spese ammissibili per ottenere il credito di imposta? Parliamo del periodo fiscale dal 2015 al 2017, quindi sono escluse le spese sostenute nel 2014. A parte la questione temporale, possono essere scaricate le spese per impianti Wi-Fi e siti web ottimizzati per il mobile. Questo significa che chi ha già un sito desktop può implementare la versione mobile rientrando nella normativa in questione. Poiché il mercato sembra fermo, ecco un’altra spesa ammissibile che dovrebbe tirare su il morale alle aziende turistiche e di promozione turistica: implementazione di programmi per la vendita diretta di servizi e pernottamenti; distribuzione dei servizi sui canali online; spazi e pubblicità su siti e piattaforme specializzate per la promozione e commercializzazione di servizi e pernottamenti turistici; servizi di consulenza per la comunicazione e il web marketing. Per migliorare l’accoglienza, il decreto prevede credito di imposta anche per le aziende turistiche che investano in promozione online di servi rivolti a persone con disabilità o volti alla formazione del titolare o del personale dipendente in materie inerenti gli altri investimenti.
Quindi, in parole povere, se finora le attività turistiche hanno lesinato su alcuni investimenti, per esempio quelli di un web marketing professionale, quelli di implementazione dei carrelli elettronici e di prenotazione online, o spese per la formazione (spesso omessa per motivi economici), ora potranno rifarsi ricordando che i bonus previsti possono essere riscattati solo con compensazione a mezzo di F24, quindi bisogna ricordarsi di segnalare tali spese al commercialista in sede di dichiarazione dei redditi.
3 consigli quindi: il primo è quello di leggere il testo per capire come muoversi o la pagina che il Ministero dei Beni Culturali dedica a questo decreto perché è più schematizzata e include anche altri soggetti, al di là del settore turistico, che possono avvantaggiarsi dei bonus (per es. i cinema); il secondo è quello di caricare sul proprio account myfoglio le spese di questo genere man mano che vengono acquisite le fatture in modo da non perdere importanti cifre che possono concorrere al credito di imposta. L’ultimo consiglio è quello di sbrigarsi perché il bonus verrà riconosciuto fino all’esaurimento della soglia stanziata per tali interventi.