La nuova FatturaPA è ormai una realtà con cui dobbiamo convivere: se fra i nostri clienti vi è una Pubblica Amministrazione dobbiamo emettere fattura elettronica e myfoglio è una web application che offre un servizio gratuito per adempiere a tale obbligo. Ad ogni modo, vi propongo qualche approfondimento in merito al leit motiv della FatturaPA, per fugare qualche dubbio, togliere qualche curiosità e per chiarire alcuni degli oscuri concetti introdotti con nonchalance dalla normativa italiana.
Nelle l’art 25 del DL 66/2014, convertito nella L. 89/2014, prevede in alcuni casi l’indicazione obbligatoria di CIG e/o CUP in fattura, in difetto della quale l’amministrazione non paga, anche le note esplicative relative alla compilazione di una fattura elettronica ribadiscono che il campo DatiOrdineAcquisto va compilato quando il cessionario/committente lo richiede poiché ha necessità di “legare” la fattura all’ordine di acquisto precedentemente emesso, ovvero quando si deve dare evidenza dei codici CIG e CUP legati ad un ordine di acquisto.
Premesso che, salvo rari casi, la PA acquista beni e servizi a mezzo di una procedura di gara, cos’è il CIG? Il Codice Identificativo di Gara è un codice che l’Autorità di Vigilanza pretende sia apposto su tutti gli atti relativi alla procedura di gara (lettera d’invito o altra richiesta d’offerta) finalizzata alla stipula di un contratto di lavori, forniture o servizi da rendersi alla PA.
A prescindere dalla procedura di acquisizione prescelta — inclusi gli affidamenti diretti — e dall’importo della stessa, l’ente appaltante ha l’obbligo di richiedere il CIG, fatta eccezione per i contratti di cui agli artt. 16 e 25 del D.Lgs. 163/06 (e ss. mm. e ii.) che riguardano settori particolari: contratti relativi alla produzione e al commercio di armi, munizioni e materiale bellico; appalti aggiudicati per l’acquisto di acqua e per la fornitura di energia o di combustibili destinati alla produzione di energia.
Possono richiedere il CIG solo gli enti che si sono accreditati presso il sito dell’Autorità occorre accreditarsi sul sito dell’ANAC; dal 2 maggio 2011 è possibile utilizzare, in alcuni casi prestabiliti, una procedura semplificata per il rilascio del CIG.
Il CUP (Codice Unico di Progetto) è una stringa alfanumerica di 15 caratteri generata tramite il Sistema CUP gestito dal DIPE (Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della programmazione economica), “al termine dell’inserimento, con una procedura guidata, di alcune informazioni da parte dei soggetti responsabili dei progetti d’investimento”. Tale stringa resta immodificabile nel tempo perché rappresenta la “fotografia del progetto al momento in cui ne è decisa la realizzazione, pertanto sarà possibile solo apportare correzioni alle informazioni inserite in maniera errata al momento della richiesta del codice e inserire le comunicazioni relative alla chiusura e/o alla revoca del progetto”. Al CUP è dedicato ampio spazio sul sito del CIPE.