E’ nata per una gamma di servizi di tipo peer-to-peer, ma alla fine l’uso più comune riguarda i pagamenti da POS con smartphone: sviluppata da Sony, LG, Philips e Nokia, la tecnologia NFC (Near Field Communication) è un sistema di connettività wireless a corto raggio (10 cm) e bidirezionale, evoluzione quasi naturale dell’RFID. Ecco come possiamo utilizzarla in azienda o da privati.
In generale, l’utente potrà effettuare pagamenti grazie a uno smartphone con chip NFC e integrando le carte di credito (anche prepagate) nel dispositivo mobile. Lo smartphone comunicherà con un POS Contactless per trasmettere il pagamento, a una distanza di circa 4 cm.
Quindi: lato professionisti e possessori di partita IVA, dati i recenti obblighi di legge e le minacciate multe, per ricevere pagamenti con tecnologia NFC, bisogna attrezzarsi di un POS Contactless di ultima generazione, ormai fornito da molti istituti bancari, che dispone della possibilità di inserire le tradizionali carte di credito, e di attivare la tecnologia NFC su richiesta del cliente che voglia pagare con smartphone.
Lato utente, serve uno smartphone con tecnologia NFC integrata all’interno della SIM, che tra l’altro permette agli operatori di telefonia mobile di inserire i servizi NFC direttamente sulla scheda. Le carte di credito perciò non sono fisicamente inserite nel POS, ma precaricate nello smartphone. Al momento del pagamento, l’utente, oltreché richiedere l’attivazione dell’NFC sul POS, dovrà avvicinare lo smartphone al POS e digitare un PIN sul proprio dispositivo per importi superiori a una certa soglia (per i piccoli, non è richiesto alcunché).
Ulteriori applicazioni di questa tecnologia hanno riguardato sistemi di bigliettazione elettronica e il trasferimento e la visualizzazione di fotografie da una fotocamera o smartphone NFC al chiosco elettronico, televisione, computer per la visione o la stampa, ma è ovvio che gli scenari andranno a ingrandirsi.
Ad ogni modo, se questa tecnologia vi sembra troppo arzigogolata, vedremo di trovare qualcosa di evoluto ma più “classico”, in un prossimo post.