Il processo che porterà alla definitiva dematerializzazione della marca da bollo — che diventerà @e.bollo — ha subito un’accelerazione e sebbene non ancora concluso, alla fine dovremmo poter apporre una marca da bollo digitale, grazie al sistema pagoPA, senza doversi recare nelle ricevitorie e senza dover scannerizzare documenti con marca da bollo cartacea in caso di trasmissione telematica degli stessi.
L’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), sotto la Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha informato che alcuni comuni della Lombardia e del Veneto hanno già avviato il “servizio che permette di versare l’imposta di bollo tramite il sistema pagoPA”: alcune aziende infatti hanno sfruttato il canale telematico pagoPA per acquistare la marca da bollo digitale.
Il sistema di assolvimento della marca da bollo digitale non è ancora presente in tutta Italia, perché richiede l’adeguamento delle procedure da parte di tutti i comuni ed enti accreditati. Istituito con l’articolo 1, comma 596, della L.27 dicembre 2013, n. 147, l’@e.bollo è attualmente possibile assolverlo acquistando la marca da bollo digitale esclusivamente sui siti internet delle Pubbliche Amministrazioni aderenti al pagoPA, ovvero il Nodo dei Pagamenti dell’Agenzia per l’Italia Digitale. La normativa in vigore stabilisce che è possibile acquistare la marca da bollo digitale scegliendo fra uno dei “prestatore di servizi di pagamento (cd. PSP, ex art. 114 sexies, del T.U. in materia bancaria e creditizia) presso il quale effettuare il pagamento on line, tra coloro che hanno aderito al Nodo dei Servizi di Pagamento-SPC messo a disposizione dall’Agenzia per l’Italia Digitale (cd. Nodo AgID) e hanno stipulato un’apposita convenzione con l’Agenzia delle Entrate”.
I soggetti interessati nel flusso di acquisto della marca da bollo digitale sono pertanto tre: il cittadino/azienda che deve acquistare la marca da bollo da apporre sui documenti verso PA, la PA o enti/autorità competenti a ricevere il documento informatico sui cui è dovuta la marca da bollo, e l’intermediario, ovvero il PSP (Prestatore di Servizio di Pagamento) che ha aderito al sistema pagoPA stipulando l’apposita convenzione con l’Agenzia delle Entrate. Omettendo dettagli squisitamente informatici, ma volendo dare un input approfondibile su cos’è realmente una marca da bollo digitale, possiamo accennare al fatto che essa si sostanzia nell’associare un Identificativo Univoco Bollo Digitale (IUBD) — rilasciato dall’Agenzia delle Entrate preventivamente) all’intermediario convenzionato — all’impronta (in gergo, hash) del documento da bollare.
Attualmente uno dei PSP autorizzati e funzionanti è l’istituto di credito Infocamere, che ha consentito ai propri correntisti di effettuare l’acquisto della marca da bollo digitale con addebito diretto in conto. Bisognerà dunque attendere la conclusione delle convenzioni già in corso per poter ottenere un servizio su scala nazionale. La comodità è indiscussa, tenuto conto che, in alcuni comuni i servizi anagrafici sono distanti dalle ricevitorie e che, ove queste vi siano nei dintorni, spesso consumano prima della fine del mese il “monte” marche loro consentito per legge.